Il comitato ha proposto di dividere le risorse crittografiche in due gruppi: quelle idonee al trattamento in base ai quadri esistenti e quelle che invece non lo sono.
La prima categoria comprenderebbe asset tokenizzati e stablecoin, che “con alcune modifiche e indicazioni aggiuntive”, sarebbero ammissibili al trattamento secondo le norme esistenti. Bitcoin e criptovalute simili rientrerebbero in quest’ultima categoria perché “ comportano rischi aggiuntivi e più elevati”, secondo quanto annunciato giovedì.
Il comitato ha proposto una ponderazione del rischio dell’1,250% per Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute. Ciò richiederebbe alle banche di detenere un capitale equivalente al valore nominale dell’esposizione.
Il comitato ha invitato le parti interessate a rispondere, con una scadenza per la presentazione del 10 settembre.

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