Chiunque utilizzi Airbnb è consapevole che il dominio dell’azienda, first mover nell’economia della condivisione della casa 1.0, si basa sullo sfruttamento dei padroni di casa e degli ospiti, i quali effettivamente condividono e creano valore. Gli ospiti pagano troppo e i padroni di casa sono pagati troppo poco. Infatti, il valore derivato dallo scambio peer-to-peer di Airbnb va direttamente agli azionisti. 

Il fenomeno sottostante le economie di condivisione del Web 2.0 come Airbnb è il c.d. “imperativo dell’estrazione”. Agli albori, queste tipologie di piattaforme risultano allineate con i loro utenti, trattati come effettivi partner. Nel tempo, le aziende del Web 2.0 sono guidate da un preciso modello di crescita da soddisfare, per cui sono costrette ad estrarre il maggior profitto possibile dagli utenti che effettuano transazioni sul loro mercato per placare azionisti e altri stakeholder (e non gli utenti). Per queste ragioni, Airbnb negli ultimi anni è passata ad essere una piattaforma completamente disallineata, creando un effetto a catena nel mercato.

E’ necessario intervenire e offrire agli utenti una valida alternativa. La risposta risiede nel mercato decentralizzato, guidato dagli utenti stessi, in grado di offrire un’economia condivisa e democratica in cui coloro che creano valore, possono mantenerlo nel tempo. Solo così è possibile creare un migliore allineamento tra ospiti e padroni di casa. La tecnologia sottostante alla blockchain e la sua infrastruttura sono ora abbastanza scalabili per ospitare le esigenze di tale industria. Attraverso tale tecnologia e attraverso modelli comprovati per un mercato peer-to-peer con tokenomic potenti e integrati, è possibile porre fine allo sfruttamento dei padroni di casa e degli ospiti in tutto il mondo. 

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